sabato 3 aprile 2010

PASQUA




C’era un piccolo paese

su di una verde collina

dove la campana della chiesa

suonava ogni mattina.


Con pioggia, sole o temporale

tutti sapevano

che quel dolce segnale

diceva: “Sveglia! Vi dovete alzare.”


Ma un anno accadde,

mentre la Pasqua si avvicinava,

che la campana mise tutti nei pasticci

con le sue lagne e i suoi capricci.


“Dicono tutti che sono stonata,

persino sorda mi hanno chiamata.

Stavolta non muoverò neppure un dito,

cacciate il campanaro, il suo lavoro qui è finito.”


Giunse la Pasqua portando fiori,

uova dipinte di mille colori.

Al campanile misero un fiocco

ma di campana neanche un rintocco.


Tutto il paese era in grande apprensione.

Qualcuno gridò, dall’alto di un balcone:

“Qui ci vuole un miracolo

sennò addio resurrezione.”


Ma nel giardino di Werner lo scultore

c’era un bel pino secolare

con aghi verdi lunghi e argentati

a volte per magia movimentati.


Quando la brezza spirava

quella pianta frusciava

e un lieve tintinnio

nell’aria sprigionava.


E proprio quel giorno,

non appena si alzò il vento,

si udì una melodia

e il paese fu molto contento.


“Viva la Pasqua ritrovata!”

dissero in coro tutti quanti.

“Sia musica dovunque sulla terra

e l’armonia sconfigga la guerra.”

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