domenica 17 maggio 2009

"Chissà..." a Loiano




Loiano, piccolo paese vicino a Bologna.

E' il 7 maggio. Splendida giornata di sole. Prendo un pullman all'autostazione di Bologna.

Dopo un'ora e quaranta di panorami collinari, finalmente ecco la scuola elementare.

Milena, gentile responsabile della biblioteca, che mi accompagna in classe.

Ventotto bambini meravigliosi sono seduti compostamente ai banchi.

Mi sento fiduciosa e piena di energia.

Prendo posto sulla cattedra e apro "Chissà...". Lo alzo, lo sposto, voglio che tutti vedano bene le meravigliose illustrazioni di Ursula.

Lo racconto, pagina dopo pagina.

Alla finestra una tenda verde lascia entrare uno spiraglio di sole. Caldo come i cuori di quei bambini.

Termino il breve racconto e leggo quattro frasi che sono state escluse dal libro. Una di quelle dice: "Marco vede l'arcobaleno e pensa: " “Chissà com’è, là dove finisce… sarà un posto nascosto dove i colori scendono giù e giocano insieme come fanno i bambini?”

Poi dico ai bimbi:

"Pensate a un viaggio che avete fatto. In treno, in auto, anche a piedi. Anche guardando fuori dalla finestra".

"Anche in aereo?" chiede Abdur.

"Certo, anche in aereo. Provate a disegnare qualcosa che vi è rimasto di quel viaggio, la cosa più bella."

Cominciano a disegnare.

E' straordinario. Ognuno di loro crea qualcosa di assolutamente personale. Chi disegna il mare, chi il temporale.

E tanti disegnano l'arcobaleno. Quell'arcobaleno che nell'illustrazione non c'era.

Allora penso che basta davvero poco per stimolare l’immaginario dei bambini, come una breve frase…



Consegnano i disegni. Milena mi aiuta a pinzarli e costruiamo due trenini.

I trenini del loro viaggio.






Ho ancora davanti agli occhi quella classe: Beatrice, Laura, Andrea, Anta…

E porto con me la speranza di aver lasciato lì qualcosa di me.